giovedì 10 giugno 2010

Mani

Avrò avuto quattro o cinque anni. “Vedi? Si fa così”, diceva la nonna, mentre la guardavo attenta impastare acqua, farina, uova sulla spianatoia di legno.

Arrivavo appena al tavolo, giusto giusto per aggrapparmici con le mani e sorpassarlo con gli occhi ed il naso; osservavo i movimenti precisi ed energici, sicuri perché ripetuti decine di volte nel corso degli anni. Non ero del tutto certa del modo in cui quegli ingredienti si trasformassero in ravioli e agnolotti, ma non vedevo l’ora che succedesse.

Ricordo il calore della stufa, il profumo del massiccio tavolo in legno, la polvere della farina che si sollevava ad ogni passata; ma pensandoci adesso, ciò che mi torna di più in mente sono le mani della nonna. Le dita nodose, la pelle rugosa, il pollice segnato da un incidente di gioco da bambina, racchiudevano splendidamente in sé le esperienze di una vita; e - sporche di farina e pasta - anche le conoscenze di una tradizione che forse non avrei mai imparato.

E’ proprio così: le mani, a pensarci bene, sono ciò che più rappresenta chi siamo e con cui possiamo esprimere il nostro essere.

Mani che non possono fare a meno di gesticolare in una conversazione, che massaggiano dove si è battuto, che tolgono dentini perché il maestro fa meno male, che usano il pc e la matita ma anche il cacciavite e la sega, che sono enormi ma fanno perfettamente lavori di precisione; mani segnate dai calli del manubrio della moto e della bici, nonché delle campagne nelle pesche da ragazzo; mani con bruciature e tagli del lavoro in cucina; una mano incompleta con unghie curatissime per suonare; mani spellate dalle rocce delle falesie; mani piene di anelli, mani con tatuaggi ormai incomprensibili, mani marchiate dalle attività a contatto con la terra, manine graffiate dal gatto rincorso e alla fine preso.

Tutte mi parlano delle persone cui appartengono, perché è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma io credo proprio che le mani dicano meglio chi siamo davvero.

Ed osservando le mie, con le unghie rosicchiate, con le dita spesso macchiate di colore, non posso fare a meno di sorridere e pensare che sia proprio così.

venerdì 22 maggio 2009

Ho imparato...

Vorrei parlarvi di una persona meravigliosa. Non ha solo un nome, ma tanti, ed è stata la mia famiglia per cinque anni che ricordo come splendidi. Con lei ho condiviso ogni giorno e, ora che quel periodo è piuttosto lontano, mi piace sorridere al pensiero di quei momenti... Sono stata ad ascoltarla mentre parlava e mi raccontava di viaggi fantastici, e mi sentivo come Jane - la moglie di Old Bull Lee - mentre evadevo dalla prigione architettonica in cui mi costringevo ad entrare ogni giorno. E ho imparato: tantissime cose. Ho imparato che, in una vita passata, probabilmente sarei stata a mio agio in una comune degli anni Sessanta. Che leggere un libro rubato al Carrefour, o alla Fiera del Libro, ha tutto un altro gusto, specie se innaffiato da una buona Bonarda. Mi sono resa conto di non sapere quanto fosse indispensabile un set di bicchieri adatti per il Martini, e utile avere una scorta di alcolici... Ho imparato che un gelato di via Monginevro può sostituire un'intera cena, e che rincorrere un tram o andare tutt'altro che comodamente in due in bici per recarsi a una festa può essere una cosa che ti manca, quando non la devi più fare. Che studiare con l'accompagnamento musicale della chitarra è davvero rilassante. Che oltre al carrello dei formaggi come al ristorante, esiste anche quello dei liquori, se sei in un alloggio di valdostani e che l'aperitivo può durare più di una cena senza essere noioso. Che ciò che tua madre ti ha sempre detto di non mangiare, come la pasta al sugo maialoso, in realtà sa di libertà... Che cantare Maracaibo a squarciagola è un ottimo antidoto per tirarti su dopo otto ore di scuola, così come una tisana tutti insieme prima di andare a dormire. E che stare una settimana senza vedere il tg, solo con le notizie inutili del Leggo, non è poi così male, visto che alla TV ci sono programmi come Dragon Ball o Date my Mom e si possono guardare tutti insieme i film appena scaricati dal mulo... o capolavori come One Wish!

venerdì 15 maggio 2009

A volte

Ci sono momenti unici, in cui la routine di ogni giorno - alzaticorriaccendiilpcguardalemailaprilapraticarispondialtelefonofaiilcaffèalcapo - continua ad essere noiosa, ma la sua monotonia diventa come un mantra, e riesce a farmi staccare da ciò che ho di grigio attorno...
In quei momenti succede che il passato si sovrapponga col presente fino a fondersi... fino a non distinguere più cos'è reale da cosa è solo possibile. A volte mi sembra di riuscire a intravvedere la luce che emanano alcune persone, come sostiene convinto Luca. O persino di trovare un senso in quel che mi racconta Ottaviano Bleach mentre si dondola sulla vecchia seggiola di legno, con gli stivali impolverati poggiati sul bancone del Virgin Motel. Altre volte, ancora, gli oggetti attorno a me prendono vita e assumono espressioni, attori di un improvvisato vaudeville. Non è nulla di particolare ed insieme è qualcosa di stupendo. Belluca sentiva il treno fischiare, a me pare persino di sentire il pifferaio dei Led Zeppelin suonare, e le foreste echeggiare di risate in risposta... Entrambi evadiamo dalla grigia prigione in cui ogni tanto la società ci rinchiude, sollevando la maschera perfetta e anonima che ne costituisce la divisa - visto che di rado possiamo scappare fisicamente e gettarla via.

martedì 25 novembre 2008

L'eterno ritorno

Diversi mesi sono passati, diversi mesi in cui ho tentato di dare forma alla mia "nuova" vita da non-più-universitaria... di modellarla, darle un aspetto riconoscibile non tanto dagli altri quanto da me... ora immagino come si sente un vasaio alle prime armi, con quel blocco informe di argilla che deve far diventare un oggetto utilizzabile. Perchè è così che ti senti quando finisci un ciclo e non sai bene cosa inizierà, con una materia informe - che è la tua stessa vita - tra le mani. Però tra tanti tentativi qualcuno è andato a segno, e mi ritrovo occupata. Occupata sì, occupatissima, fin troppo... senza più la possibilità di ritagliarmi spazi per ciò che amo fare... ma più che altro - e questo mi spaventa ancora di più - senza più trovare il tempo per riflettere. L'altro giorno ci pensavo... è curioso, qualche tempo fa facevo, facevo, facevo cose al solo fine di NON PENSARE, di non fermarmi... una palla impazzita che rimbalza ovunque... speravo che così anche le cose mi rimbalzassero addosso. Non ha funzionato: alla lunga ero più insoddisfatta di prima, e quando mi sono fermata i miei fantasmi erano ancora lì, tutti in fila, ad aspettarmi a Samarcanda, o devo dire seduti al mio posto come Banquo? Comunque sia, ho realizzato che dovevo fare i conti con loro e con me stessa: ho scritto, come mio solito, per fare il punto su chi ero, su cosa volevo essere IO, non su ciò che volevano gli altri che io diventassi. Ho provato a fare ciò che avevo sempre temuto: guardarmi indietro con occhi esterni. Ho salvato il salvabile - ciò che volevo tenere di me - e l'ho rimesso insieme, senza preoccuparmi delle parti vuote - il tempo le avrebbe riempite, e poi solo l'incompiuto è vivo. Certo non è stato facile e nemmeno indolore: ma forse ora ho capito qual è il vero senso dell'Eterno Ritorno, del mordere il serpente e poi ridere, ridere di gusto... il piacere di essere vivi così come lo puoi intuire se ti fermi e pensi l'attimo prima di una grande prova... E' a questo che ripenso quando mi accorgo di correre troppo... che lo scopo non deve essere solo sopravvivere, ma desiderare intensamente di prendere in mano la propria vita, poiché ogni singolo momento è unico e irripetibile...

mercoledì 11 giugno 2008

Odi et amo

Sto ancora cercando di capire come vorrei usare questo spazio... ma oggi non è il momento di dichiarazioni programmatiche... oggi no... oggi ho solo domande... La felicità è veramente di breve durata come dicono? I fatti ci mettono davvero di fronte alla nostra meschinità? E' come entrare nella casa degli specchi al luna park, e per un momento non sai se la figura che ti sta fissando con una smorfia sei proprio tu riflesso o è solo una deformazione... Si può essere felici e non allo stesso tempo? Si può sperare una cosa ed il suo contrario insieme? Possono i tuoi sogni realizzarsi solo a scapito di quelli di un altro? E' nel momento della sublimazione di un sentimento che rischi maggiormente di perderlo? La fiamma più ardente brucia più in fretta. Forse non è solo roba adatta alla tomba di Jim Morrison. La speranza è un'ottima cosa, ma E' terribile trovare speranza quando cerchi certezza. Forse uscire dalla casa degli specchi è più dura di quanto potessi pensare, una volta entrata. Ed è inutile far finta di star passeggiando in un luogo aperto, quando in realtà brancoli in corridoi bui tutti uguali.

venerdì 23 maggio 2008

Pensieri sconnessi

Detesto chi mette a disagio gli altri, gli ipocriti e i "blagueur", categoria che ormai sembra espandersi a dismisura: dicesi "blagueur" chi cerca di far credere agli altri, vantandosi, di aver raggiunto obiettivi che hanno reso la propria vita pressoché perfetta ma che, guarda un po', sono inaccessibili per gli altri.
Mi addormento tardi la sera e mi sveglio presto al mattino per pensare ai fatti miei e mettere ordine nelle mie idee... sono gli unici momenti che posso ritenere davvero miei perchè lì nessuno si aspetta che io faccia qualcosa.
Adoro camminare. Misurare il mondo a passi. Camminare da sola in posti solitari per lo stesso motivo e per sfidare me stessa a raggiungere un traguardo.
Adoro stare zitta a sentire i rumori del bosco, l'ombra degli alberi ed il caldo umido che sale dalla terra.
Mi piace lo scricchiolare della neve fresca sotto i piedi e vedere il mondo come ricoperto di panna.
Mi piace sentire freddo, perchè mi fa ricordare che sono viva.
Adoro girare scalza e sentirmi davvero a contatto con la terra.
Adoro tornare tardi la sera e sedermi in cortile a guardare le stelle, quando la cosa più razionale da fare sarebbe correre a dormire.
Mi piace l'atmosfera delle chiese piccole, entrare e sedermi e ascoltare il silenzio quando non c'è nessuno. Adoro la luce tremolante delle candele - quelle vere, però, non quelle ridicole lampadine a forma di candela - e mi perdo a guardare cosa raccontano gli affreschi o le statue, specie quelli fatti da una mano inesperta e semplice.
Non vado pressochè mai a Messa, ma mi piace parlare con Dio prima di addormentarmi e mentre vado a lezione in autobus.
Amo vivere in un posto piccolo e apparentemente privo di attrattive. Mi piace poter girare in mezzo alla strada e mi piace che ogni posto mi ricordi qualcosa... ed io ho davvero una buona memoria. Mi piace fermarmi a chiacchierare per strada ed entrare in un negozio e conoscere tutti.
Adoro vedere la gente, osservare i loro comportamenti, immergermi in tutte le manifestazioni dell'umanità. Cercare di capire l'animo umano è, in fondo, l'obiettivo della mia vita.
Sono innamorata delle imperfezioni umane. Adoro il disordine "creativo" di Andrea, i dubbi di Davide, l'incazzosità di Anna, le esagerazioni di Paolo, le giornate no di Valentina, i discorsi sempre uguali eppure convinti delle vecchiette, l'essere sempre di corsa di mia madre e il finto contegno di mio padre quando non sa come reagire di fronte a qualcosa di inaspettato. Amo sopra ogni cosa qualsiasi gesto dei bambini, perchè in essi c'è - in piccolo - lo spaccato del modo in cui funziona tutta la società .
E non per questo credo di aver visto tutto o di essere superiore. Mi piace interrogare il mio io finchè non è stanco di dirmi i suoi difetti e di raccontarmi come si sente, anche se non gli andrebbe. Sono testarda, rissosa, vendicativa, iper-determinata. Ma sono anche così indulgente con chi mi va da sembrare scema, a volte. Voglio bene anche alle persone che mi dicono di non meritarselo o a cui non frega nulla, se ritengo di volerlo fare; non per generosità o per eccessivo buonismo, sia chiaro. E' per seguire come sono, quindi per egoismo. Non potrei fare diversamente, e ho capito che è inutile rammaricarsi perchè uno non è in un certo modo, se è sicuro che non potrà mai essere così.
Amo tutte le storie che parlano di vendetta - secondo me è uno dei sentimenti più umani - con i personaggi dal carattere complesso... detesto i troppo buoni e non concepisco l'esistenza degli assoluti malvagi.
Mi piace combattere per le cause perse, e minori sono le possibilità di riuscita di una cosa, più mi ci appassiono.
Per questo ho amato e amo tuttora, anche se fa soffrire. Amo i miei amici e mi affeziono enormemente alle persone, anche se spesso ci rimetto. Ma non m'importa. E' vero che il mondo è pieno di stronzi, ma se si guarda bene ci sono alcune persone che brillano. In mezzo alle difficoltà, di recente credo di averne trovata una in particolare, che ha fatto sparire dalla mia mente il pensiero stupido e irrazionale che non sarei mai più stata felice, poiché non lo meritavo.
A volte fatico a distinguere realtà da fantasia e mi perdo nel mio mondo parallelo, in cui un agguato di orchetti mentre sto tornando di notte da Saluzzo a Manta è probabile quanto il letto che mi aspetta a casa.
Adoro scrivere. Per me ha una funzione terapeutica. Per chi legge... beh, non so se sia sempre piacevole, ma ogni tanto qualche pensiero bello credo che mi riesca. Sono contenta quando riesco a dare corpo con le parole a ciò che sento.
Ho sempre vissuto di corsa - sono nata persino un giorno prima, tanto per portarmi avanti col lavoro - finchè un paio di fatti importanti che mi sono capitati mi hanno fatto comprendere che a forza di correre mi stavo perdendo qualcosa... specialmente quando il traguardo dove mi ero posta di arrivare è scomparso. Ho capito che, tra sbattersene le balle e non darsi tregua, c'è una mezza misura che sto imparando a conoscere, e che non è mai troppo tardi per farlo.

giovedì 15 maggio 2008

Il Cosmopavone, questo sconosciuto...

CHI SI RICORDA DEL COSMOPAVONE? Il mitico animale con la straordinaria facoltà di dare a chi l'avesse catturato il potere sul regno di Calendar, che fugge nello spazio e nel tempo assumendo l'aspetto di oggetti mitici... Credo che chi abbia più o meno la mia età e abbia visto la sua bella dose di cartoni animati più o meno demenziali, importati dal Giappone senza censura (che orrore...!) e ai nostri occhi odierni inguardabili (siamo proprio sicuri che fossero peggio di cosa passano adesso in TV?), si ricorda delle disavventure della Principessa Lunedì e dei suoi scagnozzi Settembre e Ottobre, seguiti da quell'imbecille del piccolo Sabato... A parte queste cretinate, il Cosmopavone mi è sembrato perfetto per illustrare come è stato il mio ultimo periodo... in cui le cose che tentavo di raggiungere mi sono sfuggite da sotto gli occhi, mentre proprio accanto avevo altre cose di enorme valore che non riuscivo a riconoscere. Battezzato il blog e spiegata ai non avvezzi una parte del caos a spirale che si aggira nella mia mente, si può partire.